Dubbel SIX in bottiglia

label dubbel six

Ed eccola, finalmente la nuova Dubbel Six è in bottiglia. Insieme al post vi allego alcune foto scattate per l’evento :).

La densità finale si è assestata a 1,017 con alcool pari a  6,5 AbV.

Dal punto di vista tecnico prima dell’imbottigliamento ho eseguito il priming per far ripartire la rifermentazione in bottiglia.

Il priming va preparato portando ad ebollizione circa 0,3 lt di acqua per una decina di minuti insieme a dello zucchero. Per calcolare il quantitativo di zucchero occorre fissare alcuni valori iniziali. Uno fra questi è il livello di CO2 che si desidera raggiungere in bottiglia. Per l’occasione ho scelto una presenza in volumi di CO2 pari a 2,4.

Oltre al livello di CO2  ho dovuto recuperare :

Litri presenti in fusto prima dell’imbottigliamento -> 23

Temperatura massima raggiunta durante tutta la fase di fermentazione = 20°C

Volumi di CO2 da raggiungere = 2,4

Secondo la tabella di conversione temperatura/volumi di CO2 l’anidride carbonica disciolta nella birra è di circa 0,88.

Per raggiungere quindi i miei 2,4 di CO2 mi servono (2.4 – 0,88) = 1,52

 

Strong Belgian Ale – Dubbel (1.9-2.4)

Sapendo adesso che per ottenere 1 volume sono necessari 4 gr/litro di zuccheri fermentabili moltiplichiamo per i volumi da ottenere per 4  e quindi 1.52*4=6,08 che sarà la quantità di zucchero da aggiungere per ogni litro. Moltiplicando per il numero di litri da imbottigliare avremo 6.08*23 =140 gr totali da aggiungere.

 

GRADI °C VOLUMI DI CO2
0 1.7
2 1.6
4 1.5
6 1.4
8 1.3
10 1.2
12 1.12
14 1.05
16 0.99
18 0.93
20 0.88
22 0.83

 

Ed infine ecco le foto:

DSCN1875DSCN1873    DSCN1868

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Dark Noel, oggi

IMG_3082_1

Domenica all’insegna della birra di Natale, la Dark Noel 2013. La giornata, come al solito, è iniziata molto presto, sveglia alle 6.00. Dopo i primi minuti a vagare per la  casa a chiedermi cosa ci facessi sveglio a quell’ora ho iniziato i lavori per la mia nuova birra. Come anticipato in un precedente post, la ricetta del giorno prevede una birra di Natale con una OG iniziale di 1,080 per 20 Litri finali.

La prima parte del processo produttivo riguarda la fase di ammostamento. Ho riversato nella pentola di ammostamento circa 18 litri di acqua portando la temperatura a 52°C per il mash-in. Per la lista dei grani scelti per questa ricetta vi rimando al precedente post: lista grani Dark Noel 2013. Dopo aver mescolato i grani all’acqua la temperatura di ammostamento si è assestata a circa 49° C.

IMG_3085A questa temperatura ha avuto inizio la fase di proteasi per una durata di circa 10 minuti.

Protein Rest: In questa fase gli enzimi rompono le molecole pesanti delle proteine in frazioni più piccole come i polipeptidi. Questi polipeptidi sono inoltre degradati, da enzimi peptidici, in peptidi e amminoacidi, che sono essenziali per la crescita corretta del lievito. Le proteine di peso molecolare 17,000 fino a 150,000, devono essere ridotte in polipeptidi di peso 500-12,000 per una buona formazione della schiuma, e alcuni vengono ulteriormente ridotti a 400-1500 per una buona nutrizione del lievito.

Oltre alla verifica della temperatura di ammostamento ho controllato il pH che, dopo l’aggiunta dei grani in acqua, si è assestato a valori un pò bassi, circa 5,2. Per correggere il pH dell’impasto ho aggiunto circa 2 cucchiaini di Bicarbonato di Calcio. Così facendo il pH è salito a circa 5,51.

IMG_3092_1Trascorsi i 10 minuti di proteasi ho riacceso la fiamma del fornello facendo alzare la temperatura del mosto a 68°C per la fase di amilasi. La sosta è durata per tutto il tempo della conversione, ovvero circa 70 minuti. Dopo aver verificato, con la tintura di iodio l’avvenuta conversione degli amidi in zuccheri, ho portato la temperatura di ammostamento a 78°C per la sosta di mash-out.

Terminato l’ammostamento ho riversato il contenuto della pentola nel sistema di filtraggio. Ho atteso circa 5 minuti per la corretta creazione del letto di trebbie ed ho così iniziato l’estrazione del liquido. Il primo mosto estratto ha registrato una densità di 1,090. Successivamente ho eseguito due risciacqui delle trebbie. Il primo ha registrato un’estrazione di mosto a circa 1,075 mentre il secondo mosto estratto ha segnato una densità di 1,054.

A questo punto ho interrotto il recupero degli zuccheri dalle trebbie evitando così di diluire troppo il mosto in pentola. A causa di questa scelta ho dovuto rinunciare a molti zuccheri ancora presenti nelle trebbie. Per ovviare alla mancanza di queste sostanze ho dovuto eseguire una correzione di densità andando a calcolare quanto estratto secco aggiungere per riequilibrare la perdita.

In pentola pre-boil mi sono ritrovato con circa 22 litri di mosto. La bollitura è durata 60 minuti. In questo periodo ho eseguito due gittate di luppolo saaz.

IMG_3097Uno ad inizio bollitura (60 minuti – 18 ibu). Di seguito il calcolo per ricavare il peso:

P = (Vol x C x IBU) / (U% x AA% x 1000) = (22 x 1,1 x 18) / (0,24 x 0,031 x 1000) = 58 gr

IMG_3098La seconda a 15 minuti dalla fine (9 ibu) oltre all’inserimento a 15 minuti dalla fine di 10 grammi di liquirizia e 12 di cannella.

P = (22 x 1,1 x 9) / (0,12 x 0,031 x 1000) = 59 gr

Inoltre, a 20 minuti dal termine ho inserito la serpentina di raffreddamento (per una corretta sanitizzazione) e un paio di cucchiaini di irish moss (per il coagulo delle proteine).

IMG_3065

Dopo aver raffreddato il tutto mi sono ritrovato con 20 litri in fusto per la fermentazione. Dopo l’inoculo del lievito ho atteso 24 ore prima dell’inizio della fermentazione.

A questo punto attenderò una settimana per la fermentazione primaria più 2 settimane di maturazione. Superato tale periodo potrò imbottigliare.

Dark Noel – Il lievito

belgian abbey 1214Da oggi inizia il cammino che mi porterà a creare la nuova birra di natale, la Dark Noel. A circa quattro giorni dal processo di birrificazione ho creato uno starter per il risveglio e la moltiplicazione delle cellule del lievito Belgian Abbey 1214. Per chi non avesse seguito i miei precedenti post riassumo brevemente come fare uno starter:

ho messo a bollire 0,5 Lt di acqua con 58 grammi di estratto secco e un cucchiaino di nutrimento per lievito per circa 20 minuti. Ho fatto raffreddare il tutto e versato all’interno di una bottiglia. Ho agitato ripetutamente il mosto e, successivamente, ho inoculato il lievito contenuto dentro la busta WYeast.

Nota: la sera prima ho tirato fuori dal frigo la busta contenente il lievito liquido ed ho rotto il sacchetto dei nutrienti contenuto al suo interno. La mattina seguente non ho riscontrato nessuna attività visibile.

Vi terrò aggiornati sull’andamento dello starter.

A breve per altri post.

Nota: Ho creato lo starter giovedì sera per avere pronto il lievito domenica. Il giorno scelto per l’inizio si è dimostrato essere troppo anticipato, infatti sabato il lievito aveva già consumato tutti gli zuccheri presenti.

 

Ricetta di Natale

Dark NoelChe Natale è senza una Christmas Beer? Oggi vi descriverò la ricetta per la mia prossima produzione, la Dark Noel. Rispetto alla versione 2012 ho deciso di apportare alcune variazioni sopratutto nel tipo di lievito da impiegare. Anche la lista di malti varia leggermente. Esce di scena il caraVienna e diminuisco il quantitativo di crystal. Inoltre introduco Meladoinin, orzo non maltato e chocolate.

 Ricetta

La nuova Dark Noel nascerà da una OG iniziale pari a 1,080. Causa ridotte dimensioni dell’impianto i calcoli sulla lista dei malti verranno eseguiti sulla base di 20 Lt di birra finali. La densità totale sarà:

20 x 80 = 1600 GU

La lista dei malti da me scelta è la seguente:

Pils Bohemian

Carapils

Aromatic

Special B

Meladoinin

Crystal

Chocolate

Orzo non maltato

Zucchero candito scuro

Il calcolo dei relativi quantitativi è stato fatto impostando, sin da subito, il peso da usare per i soli grani “speciali” e, successivamente, calcolare il peso del malto pils necessario a completare la ricetta. Di conseguenza ho scelto di impiegare

Carapils                              500 gr
Aromatic 400 gr
Special  B 400 gr
Meladoinin 400 gr
Crystal 100 gr
Chocolate 200 gr
Orzo non maltato 300 gr
Zucchero candito scuro 200 gr

 

 

 

 

 

 

 

Per calcolare quanto malto pils è necessario aggiungere alla ricetta occorre calcolare i relativi GU ad esso destinati.

Per ricavare questo valore occorre calcolare quante GU sono impegnate con la lista sopra elencata e, successivamente, sottrarre questi valori alla GU complessiva di 1600.

Andiamo ad eseguire i calcoli (rimando sempre a questo link per la spiegazione dei calcoli)

Lista Malti Peso Calcolo GU parziale
Carapils 500 gr GU = 0,5 x 28 x 10 x 0,69 = 96,6
Aromatic 400 gr GU = 0,4 x 29 x 10 x 0,69 = 80,04
Special  B 400 gr GU = 0,4 x 29 x 10 x 0,69 = 80,04
Meladoinin 400 gr GU = 0,4 x 29 x 10 x 0,69 = 80,04
Crystal 100 gr GU = 0,1 x 28 x 10 x 0,69 = 19,32
Chocolate 200 gr GU = 0,2 x 25 x 10 x 0,69 = 34,5
Orzo non maltato 300 gr GU = 0,3 x 30 x 10 x 0,69 = 62,1
Zucchero candito scuro 200 gr GU = 0,2 x 38 x 10 x 1,00 = 76
totale  528,64 GU

 

Le GU rimanenti per il malto pils sono

1600 – 528,64 = 1071,36 GU

Il relativo quantitativo da impiegare  è

P = 1071,36/29/10/0,69 = 5,35 Kg

In fase di mashing effettuerò le seguenti soste:

mash-in a 53° C, la temperatura dovrebbe assestarsi a 50° C

proteasi a 50° C per 10 minuti

fitasi a 68° C per 60 minuti

mash out a 78°C per 10 minuti

 Lievito

Il lievito che ho scelto per questa birra è il WYeast 1214(Belgian Ale) che sembrerebbe essere il lievito Chimay. Ho pensato di produrre una birra con note fruttate quindi questo lievito dovrebbe fare al caso mio visto che ha, nelle sue caratteristiche, l’elevata produzione di esteri.

Spezie

Per questa ricetta ho deciso di impiegare qualche spezia. La mia scelta è ricaduta sulla liquirizia e su della cannella (e forse bucce d’arance). Non ho ancora deciso se impiegarli in bollitura o quando andrò a preparare il priming in modo da avere gli aromi freschi freschi prima dell’imbottigliamento.

Luppoli

Come sempre, il calcolo sul quantitativo di luppoli da impiegare verranno fatti in fase di produzione in corso. L’unica cosa certa è che impiegherò del luppolo saaz sia per l’amaricatura che per l’aroma per un totale di 27 IBU. Nessun dry hopping previsto per questa ricetta.

A presto per ulteriori dettagli, non mancate.

Ceppi di lievito per Belgian Strong Ales

lievitoOgni  lievito svolge un ruolo determinante nella formazione della personalità di birre belghe. Imparare a scegliere il corretto ceppo di lievito vi permetterà di  prendere il controllo della vostra fermentazione. Per acquisire tale conoscenza sarà necessario saper inoculare il giusto quantitativo di lievito evitando fenomeni di pitching, migliorare il livello di aerazione e controllare la temperatura di fermentazione.

Quando si tratta di produrre una buona birra, molti fattori sono importanti, tra cui la corretta sanitizzazione delle attrezzature, l’utilizzo di ingredienti di qualità, le attrezzature e le tecniche. Qualunque sia però lo stile di birra che si desidera produrre, nulla sarà più importante della scelta corretta del lievito di fermentazione. A maggior ragione, se si intende produrre una strong ale in stile belga, la selezione dei lieviti e la gestione della fermentazione sono di primaria importanza in quanto i sapori derivati dal lievito lasciano la loro firma in evidenza. Per rendere le cose ancora più complesse, ci sono un gran numero di ceppi di lievito disponibili per gli homebrewer (Wyeast e White Labs offrono più di 20 ceppi belga), dove ognuno è ben diverso dall’altro. Ma, con un pò di orientamento e di un pò di sperimentazione, sarà possibile raggiungere qualità soddisfacenti e ottime complessità.

Il carattere del lievito belga

La maggior parte delle birre prodotte in Belgio sono conosciute per il loro carattere, spesso impartito dal lievito o da batteri usati nella loro fermentazione. In questo post tratteremo solo lieviti di stampo belga e solo su birre forti, quelle con una OG superiore a 1.070, come Tripel, Dubbel e un paio di birre trappiste.

Esistono due famiglie che compongono le caratteristiche olfattive di una birra: esteri e polifenoli. Gli esteri sono noti per il loro carattere fruttato, spesso ricordano pere, prugne, agrumi, rose, fragole, altre bacche e banane. I fenolici sono composti dal carattere piccante e molte volte tendono ad avere note speziate di pepe nero o chiodi di garofano. Tuttavia, esistono composti fenolici sgradevoli come “medicinali”, tipo plastica o fumoso. A seconda dello stile, gli esteri e i polifenoli completano il bouque di una birra, unendosi o contrapponendosi agli altri sapori dati da malto, luppolo e dalle eventuali spezie aggiunte. La capacità di un buon homebrewer sta nel selezionare il giusto lievito e nel saperlo “domare” per portare fuori i giusti livelli olfattivi che ogni lievito è in grado di sprigionare.

Flavors prodotti dal lievito

Quando si fermentano birre belghe, il primo pensiero va alle molteplici caratteristiche che il tipo di lievito è in grado di donare alla birra finita; questi vengono suddivisi in esteri, fenoli e alcoli. Fattori come il tasso di inoculazione, il livello di ossigenazione, la temperatura di fermentazione, la densità iniziale, il livello di nutrienti e zuccheri semplici influenzano il tipo di lievito. In generale, la densità iniziale della birra e gli zuccheri semplici sono fissati ad inizio produzione in base allo stile che si intende imitare. L’autore George Fix, nel suo libro, “An Analysis of Brewing Techniques” (1997, Brewers Publications), raccomanda un tasso di inoculo tra 750.00 – 1.000.000 di cellule per grado Plato e millilitro di mosto. In 19-Lt di mosto significa che sono necessari tra i 165 ei 400 miliardi di cellule di lievito. Ad esempio, per una birra belga con una densità originale di 1.080, sono necessarie 284 miliardi di cellule, che sono raggiungibili facendo un starter da circa  2,5 lt. Un tasso troppo basso di cellule può determinare livelli elevati di esteri, mentre, un tasso troppo elevato di cellule può portare a sentori di solvente. Inoltre, un tasso di cellule troppo basso può causare rallentamenti o fermentazioni incomplete. L’ossigeno è fondamentale per la crescita del lievito. Durante questa fase il lievito cresce rapidamente. Quando l’ossigeno è carente, nella fase iniziale dell’inoculo del lievito, la crescita rallenta e la membrana cellulare non sviluppa la corretta permeabilità. Bassi livelli di ossigeno possono portare ad una lenta fermentazione. Come si può dedurre, una corretta ossigenazione è fondamentale. Greg Doss, un microbiologo della Wyeast, raccomanda che all’inizio dell’inoculo devono essere presenti circa 8-15 ppm di ossigeno. Si raccomanda comunque 15 ppm di ossigeno quando la densità della birra è alta.

Un corretto controllo della temperatura di fermentazione è necessaria per la fermentazione. Il processo di fermentazione è esotermico, il che significa che il calore è generato dall’attività del lievito. Se la temperatura della fermentazione non è controllata, la temperatura del fermentatore salirà ben sopra la temperatura dell’ambiente anche di circa 4,4 ° C. I fornitori di lievito elencano una gamma di temperatura raccomandata per ciascuno dei loro lieviti. Ma, con poche eccezioni, il range ottimale di fermentazione consigliata è di 20-22 ° C. Quando le temperature di fermentazione sono elevati, la quantità di esteri e alcoli prodotti aumentano. Un metodo che il Dr. Chris della White Labs descrive per poter estrarre le corrette caratteristiche del lievito è quello di  aumentare gradualmente la temperatura di fermentazione in modo da poter permettere al lievito di fermentare rapidamente e di creare profili aromatici interessanti.

Stili e i loro Lieviti

Per iniziare, la frase “stile belga” è un pò un ossimoro in quanto la maggior parte dei belgi non producono birre in base ad uno stile particolare. I produttori belgi si concentrano principalmente sulla produzione di birra che piace a loro. Ma, per semplicità di discussione, useremo il termine “stili” e faremo riferimento al Beer Judge Certification Program (BJCP, www.bjcp.org) che elenca, nel dettaglio, i vari stili oggi affermati al mondo.

Per creare questi stili esistono in commercio diversi ceppi di lievito belga con diverse caratteristiche. Uno di questi stili, molto diffuso in Belgio, è la Golden Ale. Queste birre sono note per la loro forza, di solito sopra gli 8,0% ABV (alcool in volume). L’esempio commerciale prototipo è Duvel, ma ci sono molti altri esempi eccellenti come Lucifer, Delirium tremens, Brigand, Avery Salvation e North Coast PranQster. Il profilo di lievito in questo stile si concentra su un matrimonio di fenoli speziati e pepati con un carattere floreale di luppolo speziato. Il livello di esteri è moderato, ma di solito semplice, spesso ricorda limoni e arance. I ceppi di lievito esistenti in commercio per fermentare una golden ale sono Wyeast 1388 (Strong Belgian Ale) e White Labs WLP570 (Golden Belgian Ale); probabile origine del lievito da Duvel Moortgat. Questo ceppo attenua bene, ma ha il difetto di essere lento a fermentare e flocculare. A temperature alte, il lievito può produrre molti esteri con profumi di banana. Buone alternative a questo ceppo sono il Wyeast 3522 (Ardenne belghe) e White Labs WLP550 (Ale belga); probabile origine da Achouffe. Questi ceppi sviluppano un carattere fenolico principalmente piccante con un livello di esteri molto più basso, ma con un profilo che è più complesso. Questo ceppo può lavorare a temperature di circa 23-24 ° C senza che si verifichino eccessi di esteri.

Le Tripels sono simili in forza e colore alle golden ale, ma hanno un maggior equilibrio tra il fruttato e lo speziato. Eccellenti esempi commerciali includono Westmalle Tripel, Chimay White (Cinq Cents), Affligem Tripel, New Belgium Trippel, Victory Golden Monkey and Unibroue La Fin du Monde. Uno dei lievito raccomandato per questo stile è il Wyeast 3787 (trappista ad alta gravità) e White Labs WLP530 (Abbazia Ale), probabile origine Westmalle. Entrambi i lieviti producono un carattere predominante di esteri, che ricordano pere, bubblegum, prugne e agrumi. Il carattere di pepato si fonde bene con gli esteri. A temperature più elevate, questi lieviti possono contribuire un pò alla formazione di sentori di banana. A basse temperature, inferiori a 19 ° C, questo lievito può andare in letargo permanente. Wyeast 1214 (Belgian Ale) e White Labs WLP500 (Ale trappista), probabile origine Chimay, producono anche loro buone tripels. Questi lieviti producono esteri intensi e complessi, quasi indescrivibili nel carattere a causa della loro complessità. Entrambi i ceppi sono un pò lenti a partire, ma attenuano bene con il passare dei giorni. Quando la temperatura di fermentazione supera quella raccomandata  (22-25 ° C), non si verificano notevoli cambiamenti per quanto riguarda la componente esteri. Altri ceppi per la produzione di tripels sono Wyeast 3522 e White Labs WLP550, il profilo estere non è così complesso, ma ancora abbastanza accettabile.

Le Dubbel, a differenza della Tripel e le Golden Ale, sono birre scure con accentuati note di caramello e prugna oltre a sentori di esteri complessi e un leggero contrasto di fenoli speziati. Esempi eccellenti sono Chimay rossa (chiamato anche Premiere), St. Bernardus Prior 8, Westmalle Dubbel, De Koning-Hoeven Dubbel, Corsendonk Brown Ale, Allagash Dubbel e New Belgium Abbey. I migliori ceppi di lievito per produrre esteri abbastanza potenti per equilibrare i malti scuri in una Dubbel sono i ceppi di Chimay Wyeast 1214 e White Labs WLP500. Gli esteri complessi completano i sentori di malti caramello.

Un’altra famiglia sono le Dark Strong. Questa famiglia di birre comprende una miriade di esempi commerciali, tutti con il loro colore scuro e ad alta resistenza (di solito 8-10 +% ABV) in comune. Le Dark strong hanno, nel malto caramello, la loro componente principale oltre a note tostate, ma possono avere qualsiasi combinazione di esteri e fenolico. Questo stile comprende birre come quelle dei monasteri trappisti. Esempi eccellenti sono la St. Bernardus Abt 12, Westvleteren 12 (yellow cap), Chimay Blue (Grande Reserve), Rochefort 10 (blue), Delirium Nocturnum e Avery The Reverend. Se si intende replicare il maltato e gli esteri di una  Westvleteren o Achel, usare i ceppi di Westmalle Wyeast 3787 e White Labs WLP530. Entrambe le abbazie hanno ricevuto assistenza da Westmalle quando hanno cominciato birra e continuano a riceverlo ancora oggi. Per dark strong maltate con un grande profilo di esteri complesso, simile a quelli della Chimay, utilizzare Wyeast 1214 o White Labs WLP500. Per replicare una Rochefort, utilizzare Wyeast 1762 (Belgian Abbey II), che proviene dall’abbazia stessa. Questo lievito fornisce un forte carattere fenolico piccante con un profilo di esteri moderato ma complesso e una moderata quantità di alcoli superiori, tutti molto simili nel carattere a birre Rochefort. Altri lieviti che sono particolarmente adatti per la fermentazione di una dark sono i ceppi Achouffe (Wyeast 3522 e White Labs WLP550).

 

 

Dubbel SIX, il giorno della cotta

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato. Per me oggi si riprende con la produzione delle birre, ed in particolare, oggi ho da preparare una Dubbel di stampo belga, la Dubbel SIX. In questo post elencherò le varie fasi di produzione, descriverò brevemente eventuali calcoli su correzioni di densità e luppoli, annoterò eventuali accorgimenti. Ma prima ancora occorre fare un salto indietro, a giovedì per l’esattezza, giorno in cui ho iniziato a risvegliare il lievito con la preparazione di uno starter.

DSCN1851Brevemente, per chi non lo sapesse, con il termine starter si indica la creazione di un mini-mosto con l’intento di far moltiplicare  le cellule di lievito. In questo modo ci si assicura un numero di cellule sufficienti per l’inizio della fermentazione vera e propria. Per lo starter ho messo a bollire mezzo litro di acqua con circa 65 gr di estratto secco ed un paio di cucchiaini di nutrimento per lievito. Ho fatto raffreddare tutto velocemente ed ho inoculato il lievito della WYeast che per questa birra ho scelto il ceppo  Belgian Abbey II – 1762. Nelle prime 24 ore, il lievito non ha dato nessun segno di vita.  A 48 ore dall’inizio dello starter, il lievito ha cominciato a risvegliarsi portando a compimento il suo lavoro di moltiplicazione per domenica. Qualche ora prima dell’inoculo, l’attività del lievito è risultata essere molto attiva con formazione di sedimento sul fondo della bottiglia.

DSCN1850Il giorno prima della cotta sono stati macinati i grani, circa 8 Kg per questa ricetta. Per la lista dei malti e per il loro calcolo vi rimando al precedente post. Nessuna annotazione di rilievo per questa fase.

Il giorno seguente sveglia presto, come è mia consuetudine, per l’inizio dei lavori. Tutto è pronto: grani, pentole, attrezzi da lavoro e passione, tanta. Si parte. Inizio subito a scaldare 20 Lt di acqua fino alla temperatura di 52°C, temperatura in cui andrò a miscelare i grani in acqua. Tale fase prende il nome di mash-in.

DSCN1852 Una volta mescolati grani  e acqua la temperatura si arresta a circa 49°C e viene mantenuta costante per circa 10 minuti. Con questa sosta, si da la possibilità ad un particolare enzima, quello della proteasi, di scomporre le grosse proteine. Lo scopo di tale sosta è quello di garantire, alla birra finita, una migliore persistenza della schiuma. L’eccesso di proteina nella birra finita causa scarsa formazione di schiuma.

DSCN1857Trascorso il tempo necessario per la fase di proteasi viene fatta aumentare, gradualmente, la temperatura fino al raggiungimento dei 68°C. In questa sosta, chiamata fitasi, entrano in gioco due enzimi, alfa e beta amilasi. Nel mio caso, con 68°C, tendo a favorire il lavoro delle alfa-amilasi. Lo scopo è quello di conferire, al mosto finito, molte più destrine che mi comporteranno un maggior corpo alla birra finita. Importante, in queste fasi, è il controllo del pH. Senza un pH corretto gli enzimi non riescono a lavorare. La sosta dura 60 minuti, test dello iodio positivo quindi innalzo la temperatura fino a 78°C, fase che prende il nome di mash-out. Con questa fase vengono inattivati tutti gli enzimi.

DSCN1860Il mosto viene successivamente passato al sistema di filtraggio. Dopo circa 5 minuti inizio la fase di filtrazione e risciacquo delle trebbie. Mi occorrono due risciacqui per una estrazione di circa 20 Lt di mosto con densità pari a 1,072. Causa limitate dimensioni del pentolone sono costretto a lasciare un pò di zuccheri nelle trebbie. Questi vengono comunque reinseriti tramite la correzione di densità. Infatti, conoscendo i litri recuperati dal risciacquo e la densità del mosto è possibile stimare i litri finali che si avranno in fusto dopo la bollitura. Eseguendo questi calcoli per la correzione di densità ottengo i seguenti valori:

GU prevista = 25 x 65 = 1625

GU effettiva = 20 x 72 = 1440

con una differenza di 185 GU che sono stati aggiunti con l’uso di ulteriore estratto secco e zucchero candito bruno. Effettuando i calcoli ci son voluti 320 gr di estratto secco e 375 gr di zucchero.

DSCN1861Inizio la fase di bollitura. A questo punto eseguo il calcolo per ricavare il quantitativo di luppoli da utilizzare. La ricetta prevede 22 IBU complessivi suddivisi in 12 IBU ad inizio bollitura e i rimanenti 10 a circa 20 minuti dalla fine della stessa fase.I luppoli usati sono stati E.K. Golding e Saaz. Effettuando i calcoli sono stati necessari

25 gr di E.K. Golding a 60 minuti dalla fine

55 gr di Saaz a 20 minuti dalla fine

A 20 minuti dalla fine ho aggiunto, oltre al sacchetto contenente il saaz, anche l’irish moss, un tipo di alga marina utile nel coagulare residui di proteine. Inoltre è stata inserita la serpentina di raffreddamento per una corretta sterilizzazione. Dopo un’ora di bollitura il processo di raffreddamento è durato circa 15 minuti con successivo riversamento in fusto. La densità finale è risultata troppo alta quindi è stato necessario aggiungere ulteriore acqua per un totale di 25 Lt di mosto con densità a 1,065. Tutto come previsto da ricetta.

Ora si attende solamente che il lievito faccia il suo bel lavoro.

Aggiornamento: Dopo circa 6 ore dall’inoculo il gorgogliatore ha cominciato ad emettere CO2.

Continuate a seguirmi, ulteriori dettagli saranno presto on-line.

P.S. a breve la nuova ricetta per la Noel Triple 2013, non mancate.

Scheda di produzione

L’uso di una scheda di produzione è molto importante quando si produce una birra, sopratutto se la ricetta è nuova.

scheda produzione 1

In essa si possono tracciare i vari passaggi del processo, annotare accorgimenti e segnalare eventuali errori. Personalmente non ho mai utilizzato software per la creazione delle ricette, e quindi, delle rispettive schede di produzione. Ritengo fondamentale, almeno per me,  creare una ricetta sin dall’inizio, utilizzando solamente carta, matita e una banale calcolatrice.

Vediamo da cosa dovrebbe esser formata una scheda di produzione. Cominciamo con la sezione che io chiamo “obbiettivo”. In questa sezione annoto le caratteristiche che la mia birra dovrà avere. Per comodità riporto sempre le note dello stile che intendo produrre recuperandole dal sito BJCP. In questa sezione vengono decisi alcuni parametri come i litri da produrre, le unità di amaro, la densità iniziale del mosto ed il relativo grado plato, la densità di fine fermentazione, i grammi di zuccheri utilizzati per la rifermentazione in bottiglia, la data di produzione, i giorni di fermentazione e maturazione e il colore.

scheda produzione 2

La sezione successiva riguarda la lista degli ingredienti da utilizzare ed è suddivisa in acqua, malti, luppoli e spezie. Per ognuna di queste tabelle raccolgo le informazioni dei singoli prodotti. Per l’acqua, per esempio, annoto i litri totali utilizzati e la marca dell’acqua(uso acqua confezionata). Per la lista dei malti annoto il tipo di malto (pils, pale, crystal…), la nazionalità di provenienza (c’è differenza tra un malto pils tedesco ed uno belga), il colore espresso in EBC ed il relativo peso impiegato in ricetta. Nella stessa sezione ho inserito anche la lista dei luppoli e delle spezie. Per esempio, sui luppoli, annoto la percentuale di alfa-acidi, il formato(pellets, coni o plugs), in che fase vengono inseriti (boil, whirpool o dry-hopping) e tempo (nel caso in cui vengono inseriti in boil).

scheda produzione 3

Un’altra sezione riguarda il lievito usato. E’ utile annotare la tipologia di lievito usato con eventuali note, come per esempio la temperatura ottimale di fermentazione, gli  aromi olfattivi prodotti, l’attenuazione ed eventuali blocchi di fermentazione. Qualunque annotazione può aiutarci in futuro.

 

scheda produzione 4

La sezione relativa al processo produttivo è il cuore dell’intera scheda di produzione. La sezione è formata da una tabella riassuntiva sulle fasi enzimatiche riportando i valori di pH e temperature ottimali. In un’altra tabella annoto alcuni dati di mash, ovvero il rapporto acqua/grani, l’eventuale aggiunta di sali e i litri utilizzati in fase di ammostamento.

In un’altra tabella annoto i vari steps di ammostamento, annotando la fase enzimatica di lavoro, pH e temperatura dell’acqua e tempo di sosta.

 

scheda produzione 5

Finito l’ammostamento inizio la fase di risciacquo dei grani. Qui preferisco sempre annotare il numero di risciacqui eseguiti e la densità estratta da ogni ciclo. In linea di massima, non appena la densità scende sotto 1,010 interrompo il recupero degli zuccheri ed inizio la fase di bollitura.

Anche qui, annoto i litri raccolti in pentola e la densità iniziale. In questo modo posso eseguire il calcolo sul quantitativo di luppoli da utilizzare. Va ricordato che la densità influisce sul rilascio degli alfa-acidi dei luppoli. Maggiore è la densità minore sarà il suo rilascio.

Inoltre, con i dati pre-boil posso eseguire una eventuale correzione di densità aggiungendo eventuale estratto secco o zucchero. Nell’ultima tabella riporto i valori di fine bollitura, come i litri effettivi prodotti, la densità di fine bollitura e l’acqua aggiunta per raggiungere la densità prevista

scheda produzione 6

L’ultima sezione riguarda le annotazioni prese durante la fermentazione/maturazione. E’ utile annotare i giorni, le letture di densità e le temperature di fermentazione.

In conclusione, maggiori saranno i dati registrati maggiore sarà la possibilità di migliorare le ricette con il passar del tempo. La storia ci aiuta sempre a capire chi eravamo e dove siamo diretti.

 

Al prossimo post.

Calcolare dimensioni impianto

impiantoA quanti è capitato di ritrovarsi con una pentola troppo piccola in fase di ammostamento/bollitura? Quanti di voi si sono ripromessi di acquistare una pentola più capiente per produrre maggiori litri? Spesso l’acquisto dell’attrezzatura per homebrewing viene fatto senza grosse attenzioni, stimando alcuni valori, come i Lt delle pentole, sperando che basti per le proprie produzioni. Ma non sempre queste stime sono esatte e spesso siamo costretti a diminuire i nostri litri finali. Se intendiamo acquistare una nuova pentola o passare ad un impianto di maggiori dimensioni come nel mio caso è importante sapere, in anticipo, l’esatta capienza delle pentole che serviranno al nostro scopo .

Per saperlo basta eseguire un paio di conti  ed in questo post vi spiegherò come farli. Prendiamo come esempio il mio nuovo impianto da progettare. La mia idea è quella di produrre 50 Lt finali a cotta in modo da dividere il mosto in due fermentatori da 25 Lt.

Per capire quanto capiente dovrà essere la nostra pentola di ammostamento servirà calcolare il peso dei grani da utilizzare e, tenendo in considerazione il rapporto grani/acqua per l’ammostamento, sapremo il valore finale di litri di acqua necessari in ammostamento. C’è da tenere in considerazione un altro fattore, ovvero la OG di partenza. Infatti minore è l’OG meno grani e quindi minor acqua sarà necessaria per l’ammostamento. Al contrario, maggiore sarà la OG maggiore sarà il peso dei grani da impiegare e di conseguenza maggior acqua.

Vediamo come ottenere questi valori. Supponiamo si intenda produrre 50 Lt di birra con una OG pari a 1,060 e fissiamo il rapporto acqua/grani pari a 3:1 (3 Lt di acqua per ogni Kg di grani)

Prima cosa serve calcolare la densità totale che è data da (*)

60 x 50 = 3000 GU

e supponendo di usare solamente malto pils avremo:

Peso = 3000/29/10/0,70 = circa 15 KG di malto (0,70 efficienza di ammostamento)

Nota : l’efficienza di ammostamento serve a valutare quanti zuccheri vengono estratti dall’intero processo di produzione. Maggiore è questo valore migliore sarà la resa. Quando si comincia ad usare un nuovo impianto questo valore non è conoscibile, quindi stimare un 70% di efficienza è un buon punto di partenza. Per fare un esempio, se l’efficienza varia al 75% (0,75) il calcolo dei malti si riduce di circa 1kg

quindi i litri di acqua che serviranno per la fase di ammostamento sono circa 45 Lt (15 Kg x 3)

Altro esempio, supponiamo si intende produrre una birra più corposa e alcolica. Dovrei alzare la mia OG; per una triple, ad esempio, la OG potrebbe spingersi anche a 1,085. Eseguendo gli stessi calcoli di prima  avremo:

85 x 50 = 4250 GU

che equivale a

Peso = 4250/29/10/0,70 = circa 21 Kg

ovvero a circa 63 Lt di acqua.

Come si vede in quest’ultimo esempio, una pentola da 50 Lt non sarebbe sufficiente per la produzione di 50 Lt di birra con una OG pari a 1,085. Considerando che 50 Lt non sono poi così pochi si può pensare tranquillamente di abbassare le pretese, magari produrre solo 40 Lt di birra. Rieseguendo i calcoli avrò che i litri necessari per l’ammostamento sono circa 50 Lt.

Discorso un pò diverso vale per la pentola di bollitura. In essa confluirà il mosto estratto dalla pentola di ammostamento più l’acqua di sparging (risciacquo).  Quanti litri finiranno nella pentola di bollitura se in ammostamento c’erano circa 45 Lt di mosto? Tutto dipende da quanti zuccheri si intende estrarre dalle trebbie. La prassi vuole che lo sparge venga eseguito finché la densità dell’acqua estratta non scenda sotto 1,010. Personalmente ritengo sia più importante valutare con attenzione il tasso di evaporazione del proprio impianto. Infatti troppi litri di acqua in bollitura rischierebbero di abbassare di molto la densità aspettata se la fiamma impiegata per la bollitura risulti essere troppo debole. L’acqua non evaporerebbe a sufficienza generando un mosto troppo diluito.

Se il mio obbiettivo è quello di produrre 50 Lt di mosto finale allora è sufficiente far confluire, in pentola,  circa 58-60 Lt di mosto (mosto estratto dall’ammostamento + acqua di sparge).

Nel mio personale caso una pentola da 75 Lt per la fase di bollitura risulta più che giusta.

Bene, spero di esservi stato utile, non mancate al prossimo post.

Buona Birra!

(*) L’uso delle seguenti formule è stato apliamente spiegato al seguente link : http://www.makebeer.it/85/