Una Russian Imperial Stout in degustazione: la Mokoš

Mokos

La Mokoš nasce i primi giorni di Marzo. Si tratta di una Russian Imperial Stout di 9 gradi alcolici. Per questa birra sono stati usati malto Pale, Vienna, Roast Barley, Black, Chocolate e Crystal, mentre i luppoli utilizzati sono stati Est Kent ed il Fuggle.

Il nome deriva da Mokoš, dea del pantheon slavo. Secondo alcuni studiosi costituisce una figura della Madre Terra. Viene considerata l’equivalente slavo di Demetra nella mitologia greca. Mokoš è associata alla terra, all’acqua, alla pioggia, alla femminilità, alla fecondità, alla sessualità, ad attività come la tessitura e la filatura.

Dopo circa 4 mesi di maturazione in bottiglia ho deciso di stapparne una e verificarne gusti e profumi. La birra si presenta di un nero intenso con schiuma cremosa ma non persistente di color cappuccino scuro. Al naso prevale un profumo di cappuccino e di note tostate da caffè. La birra presenta anche delle note fruttate, credo dovute al tipo di lievito utilizzato (t-58).

In bocca i sentori di tostato riempiono la bocca, mentre la componente alcoolica non sembrerebbe essere molto invadente all’inizio, rendendo la birra molto beverina. Solo dopo qualche sorso l’alcool fa il suo ingresso in testa 🙂

In conclusione, la birra si presenta abbastanza bene, la ricetta da me utilizzata è un buon punto di inizio su cui continuare a lavorare. Sicuramente per la prossima cotta verrà cambiato il lievito preferendo, al t-58, un lievito un pò più adeguato al tipo di stile. La birra, infine, continuerà la sua maturazione per altri mesi, rimando quindi la prossima bevuta all’arrivo del nuovo inverno.

Buona birra a tutti!

Recupero del lievito

Oggi voglio parlarvi di come eseguire un recupero del lievito dal nostro tino di fermentazione e conservarlo per la cotta successiva. L’utilità è prettamente di natura economica visto che i lieviti liquidi arrivano a costare sulle 10 euro circa a confezione.

A differenza dei lieviti secchi, che hanno costi molto più bassi, i liquidi comportano una certa spesa per l’homebrewer ed è quindi utile poter riciclare lo stesso lievito per più cotte. Per farlo occorre recuperare il sedimento di lievito che rimane in fondo al fusto. Personalmente ritengo sia meglio recuperare il lievito dal fermentatore in cui è stata eseguita la maturazione della birra. Infatti il lievito dovrebbe essere molto più pulito rispetto al lievito che rimane sul fondo del fusto subito dopo il primo travaso (quello della fermentazione primaria).

Per procedere in questa operazione consiglio di effettuare le seguenti operazioni preliminari, ovvero sanitizzare nel miglior modo possibile un vasetto di vetro. Il lievito infatti andrà versato all’interno di questo vasetto e riposto in frigorifero per 24 ore circa.

Recupero Lievito

Il giorno dopo si fa bollire dell’acqua per una decina di minuti e la si fa raffreddare. Nel frattempo si estrae dal frigorifero il vasetto di lievito. Noterete come il lievito si sia depositato sul fondo. Occorre gettare via l’acqua rimasta in sospensione lasciando il lievito all’interno del vasetto stesso. A questo punto si riempie nuovamente il vasetto con l’acqua che avevamo precedentemente fatto bollire e raffreddare . Date una leggera agitata e riporre il vasetto nuovamente in frigo. Ripetere questa operazione per una seconda volta. Alla fine io preferisco inserire il lievito in una bottiglia di birra, tapparla e conservarla in frigorifero.

Recupero Lievito

IMPORTANTE, tutto quello che va in contatto con il lievito va prima sanitizzato.

In futuro, quando si vorrà utilizzare il lievito conservato, sarà importante eseguire uno starter per riattivare le cellule di lievito.

Spero di esservi stato utile, alla prossima birra

Celebration Beer per il bar Quaranta

Quaranta

Quaranta

Birra celebrativa per il Bar QUARANTA ed in particolare per i suoi due mitici proprietari, Gigi ed Ivan.

Si tratta di una Extra Special Bitter, puro stile inglese con malto pale che ne fa da padrona, malto crystal che conferisce corpo e colore alla birra finita.

Anche i luppoli sono made in England, Est Kent e Fuggle.

Amaro allo stato puro!!!

 

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Diario di bordo del capitano – wlp565

assaisonHo pensato fosse utile per qualcuno avere dettagli sull’andamento di questo lievito e quindi ho deciso di tenervi aggiornati sulla fermentazione ad opera del wlp565.

Il lievito utilizzato è il wlp565 Belgian Saison, OG 1,054 per 25 Lt di mosto

Domenica 16/6/2013 : Il lievito è stato inoculato nel fermentatore contenente 25 litri di mosto ad una temperatura di 29 gradi. Viste le alte temperature in casa il fermentatore è stato spostato in cantina

Lunedì 17/6/2013 : Dopo 24 la fermentazione è attiva con una temperatura del mosto pari a 20 gradi

Martedì 18/6/2013 : La temperatura del mosto si è assestata a 19 gradi. Ho notato che la fermentazione non è molto vigorosa come mi era capitato di notare utilizzando altri ceppi di lievito

Mercoledì 19/6/2013 : La temperatura del mosto si è assestata a 19 gradi. La fermentazione ha subito un ulteriore rallentamento.

Lunedì 24/6/2013 : Il lievito sta ancora lavorando, non sembra aver subito rallentamenti. La temperatura rimane costante a 20° C.

Martedì 25/6/2013 : Effettuato travaso di fusto. La densità misurata è stata di 1,030 a testimonianza del fatto che il lievito sta lavorando lentamente. La temperatura rimane costante a 20° C.

Mercoledì 26/6/2013 : A 24 ore dal travaso di fusto la fermentazione è regolarmente ripartita ed anche leggermente più vivace.

Venerdì 28/6/2013 : La fermentazione ha cominciato a rallentare. Temperatura tino 21° C

Lunedì 1/7/2013 : Il lievito ha rallentato ulteriormente il suo lavoro, l’attività del gorgogliatore è parecchio blanda. Attenderò il fine settimana per effettuare una nuova lettura di densità. La temperatura rimane costante a 20° C.

Mercoledì 3/7/2013 : La fermentazione sembra essersi arrestata, ho eseguito una misurazione della densità che è scesa a 1,016. Non è ancora sufficientemente bassa per imbottigliare, spero che in quest’altra settimana di maturazione il lievito continui il suo lavoro. Temperatura fermentatore sempre costante sui 20° C.

Venerdì 5/7/2013 : Ho notato che il lievito sta ancora lavorando anche se in maniera molto lenta facendomi ben sperare sull’ulteriore abbassamento di densità del mosto. La temperatura misurata è di 21° C

Lunedì 8/7/2013 : Ho eseguito una nuova lettura della densità che sembra essersi arrestata a 1,016. Essendo un pò altina attenderò un’altra settimana sperando che il lievito continui a lavorare. Se ciò non accadrà valuterò se alzare la temperatura di fermentazione o di inoculare un altro tipo di lievito. La temperatura di fermentazione costante a 21° C

Mercoledì 10/7/2013 : Ho deciso di spostare il fermentatore dalla cantina in casa con la speranza che il lievito ricominci a lavorare. La temperatura nel giro di poche ore è salita a 24 gradi ma salirà ancora un pò viste le temperature calde dell’estate.

Giovedì 11/7/2013 : A 24 ore di distanza dallo spostamento del fusto ho notato una leggera ripresa da parte del lievito. Per questo motivo ho deciso di allungare a 3 le settimane per la maturazione. La temperatura del fusto stamane segnava 25 gradi.

Domenica 14/7/2013 : Eseguita misurazione della densità che segna 1,014. La fermentazione sta procedendo molto lentamente e questo causa qualche problema, non so ancora quanto tenere la birra in fusto. La temperatura si aggira sui 28 gradi.

Mercoledì 17/7/2013 : Eseguita nuova misurazione della densità che è scesa a 1,012. Questo testimonia il fatto che il lievito stia lavorando in maniera molto lenta. Questa situazione non mi permette di imbottigliare la birra che rimane ancora in fusto per la terza settimana di maturazione. La temperatura viene mantenuta alta sui 28 gradi. Lascerò la birra un’altra settimana in fusto.

Venerdì 19/7/2013: Questa mattina ho notato un aumento sulla produzione di CO2, infatti lo sfiato del gorgogliatore si è leggermente incrementato segno che la fermentazione non si è ancora arrestata, anzi sembra esser leggermente aumentata. Non so ancora per quanto questa attività andrà avanti visto che mi avvicino alla quarta settimana di maturazione. Ma in ogni caso non posso ancora imbottigliare, rischierei di creare delle bombe a mano. Questo weekend eseguirò una nuova lettura sulla densità.

Lunedì 22/7/2013: Eseguita misurazione densità che è scesa a 1,010. Temperatura sempre sui 28 gradi

Martedì 26/7/2013: Ci siamo, ho eseguito una nuova lettura, la densità sembra essersi assestata a 1,008. Anche il gorgogliatore ha smesso di sfiatare. Lascerò un paio di giorni ancora la birra in fusto per poi finalmente imbottigliarla.

Lo starter – wlp565 Belgian Saison

wlp-565Per le mie prime esperienze di all grain ho preferito utilizzare lieviti secchi, s-4, s-05, s-33 e t-58. Questo mi ha aiutato ad approfondire la mia conoscenza su questi ceppi, come per esempio il modo in cui questi lavorano, profumi buoni o brutti che ne scaturiscono (l’s-33 a inizio fermentazione puzzava di uova marce), blocchi e tanto altro.

Domenica, con la realizzazione della prima Saison, ho deciso di utilizzare il mio primo lievito liquido anche perchè, per la riuscita di una vera saison occorre utilizzare un ceppo di lievito appropriato.

Note: La Saison è uno stile di birra in cui l’ingrediente fondamentale, più che negli altri stili, è il lievito. Malti e luppoli non sono fondamentali per caratterizzare veramente questa birra. Il lievito invece è l’unico che è in grado di generare quei sentori tipici delle saison.

Per l’occasione ho deciso di utilizzare il WLP 565 Belgian Saison della White Labs. Secondo i dati riportati dalla casa produttrice (http://www.whitelabs.com/yeast/wlp565-belgian-saison-i-yeast) e dai commenti trovati su diversi forum la caratteristica di questo lievito sembrerebbe essere il tempo lungo che occorre per far si che il lievito porti a termine il suo lavoro.

Molti, infatti, tendono ad inoculare un altro ceppo di lievito verso fine fermentazione per accelerare tale processo ed evitare lunghe attese.

Ma andiamo a trattare l’argomento di oggi, ovvero, vediamo come eseguire uno starter di un lievito. Lo starter è semplicemente un mini-mosto ed ha lo scopo di far moltiplicare le cellule di lievito.

Questo si rende necessario perchè il numero di cellule presenti nelle confezioni non sono sufficienti per essere inoculate in mosti superiori a 20 Lt ed è quindi necessario farle moltiplicare.

Le regole per la creazione di uno starter sono IDENTICHE a quelle che usiamo normalmente durante la birrificazione, ovvero, sanitizzazione di tutti i componenti che andranno in contatto con il mosto, temperature di fermentazione indicate sulla confezione del lievito, ossigenazione pre-inoculo, ect.

Procedimento:

Si procede facendo bollire per 10 minuti mezzo litro di acqua con 60 gr di estratto secco di malto. Questo dovrebbe garantirci una densità del mosto a circa 1,040. Oltre all’estratto di malto consiglio di aggiungere  anche del nutrimento per lievito. Faccio raffreddare il tutto e inoculo il lievito chiudendo la bottiglia con tappo e gorgogliatore.

Superate le 24 ore noterete che il lievito ha cominciato a moltiplicarsi (sedimento sul fondo). Normalmente mezzo litro di starter dovrebbe bastare per circa 23 lt di mosto. Se avete intenzione di produrre molti più litri di birra vi consiglio di rieseguire la procedura dello starter una seconda volta portando, gradualmente, il quantitativo a circa 1,5 Lt.

Normalmente lo starter va fatto 2-3 giorni prima della birrificazione in modo da dare il tempo giusto al lievito di riprodursi. Ma questa durata dipende da alcuni fattori. Se per esempio dovere effettuare più step per lo starter vi occorrerà più tempo. Lo stesso vale se il lievito acquistato è troppo vecchio o prossimo alla data di scadenza.

Se volete approfondire ulteriormente l’argomento vi rimando al seguente articolo dove vengono trattati anche apetti biologici del lievito stesso:

http://www.areabirra.it/italian/articolo_tecniche_homebrewing.php?idnews=12

alla prossima birra

asSaison, la birra che uccide

assaisonVi spiego subito il significato del titolo; tutto parte dalla  nuova etichetta che ho disegnato per questa Saison. Per il nome da assegnare a tale birra ho chiesto qualche suggerimento ad un amico e l’asSaison è il nome che mi è stato suggerito.Ha destato subito la mia attenzione, mi è sembrato un nome accattivante ma allo stesso tempo anche divertente e quindi l’abbiamo promosso a pieni voti.

E divertente lo è anche lo slogan che ne è scaturito, per l’appunto “asSaison, la birra che uccide”.

Lo so lo so, detto così questo slogan può far pensare male…e fate bene a pensar male 🙂

Scherzi a parte, quello che ho in mente è di creare una birra in cui le spezie avranno un ruolo fondamentale e per una birra così piccante non poteva non starci un nome altrettanto “piccante”.

Fatta questa premessa andrò, oggi, a parlarvi dei luppoli da aggiungere in fase di bollitura. Normalmente non eseguo mai i calcoli in anticipo ma solo quando inizio la fase di bollitura. Questo perchè i calcoli dipendono fortemente dai litri che mi ritroverò in pentola e dalla densità pre-bollitura.

Ma visto che il post lo sto scrivendo solo per mostrarvi il procedimento per il calcolo dei luppoli sarò quindi lieto di farlo oggi.

Nel post precedente (http://www.makebeer.it/saison-under-construction/) vi avevo mostrato come determinare il quantitativo di malti da adoperare in fase di ammostamento. La lista che avevo estratto era la seguente:

          Pils                                     6 Kg

CaraPils                          283 gr

Aromatic                         137 gr

Zucchero candito bruno   106 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

          Miele                              162 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

A questo punto andrò a calcolare il quantitativo di luppoli che mi serviranno per brassare questa saison. Domanda principale, che luppoli inserire? La mia idea è di non badare molto al tipo di luppolo da amaro ma di concentrarmi meglio sul tipo di luppolo da aroma, e fra questi ho deciso allo Styrian Goldings sloveno, un luppolo che ha nelle sue caratteristiche principale delle note speziate, di resina di pino.

Oltre allo Stiryan Goldings utilizzerò anche dell’Est Kent Goldings il tutto per un totale di 27 ibu suddivisi in questo modo:

 10 ibu a inizio bollitura (60 minuti) di E.K.Goldings

7   ibu a 20 minuti dalla fine di Styrian Goldings

5   ibu a 5 minuti dalla fine di Styrian Goldings

5   ibu a bollitura terminata di Styrian Goldings

 

Per maggiori dettagli sulla spiegazione delle formule adoperate vi rimando ad un precedente post

http://www.makebeer.it/calcolo-ibu-per-la-maris-ale/

La formula che mi servirà è       Peso = (V x C x IBU) / (U x A% x 1000)

Ad inizio bollitura mi aspettò una densità inferiore a 1,050 quindi il fattore di correzione C avrà valore 1

Prima gittata E.K. Golding 10 IBU

P =  (25 x 1 x 10) / ( 0,24(tabella B) x 0,054 x 1000) = 19,29 grammi

Seconda gittata Styrian Goldings 7 IBU

P =  (25 x 1 x 7) / ( 0,15(tabella B) x 0,05 x 1000) = 23,3 grammi

Terza gittata Styrian Goldings 5 IBU

P =  (25 x 1 x 5) / ( 0,05(tabella B) x 0,05 x 1000) = 50 grammi

 

Quarta gittata Styrian Goldings 5 IBU

P =  (25 x 1 x 5) / ( 0,05(tabella B) x 0,05 x 1000) = 50 grammi

 La lista dei luppoli è pronta, ma per quanto riguarda le spezie? Una delle caratteristiche principali di queste birre è l’uso di particolari spezie. Non ho ancora deciso quali spezie adoperare, credo che fino all’ultimo giorno valuterò quali inserire nel pentolone.

La mia idea di base è quella di usare zenzero e ginepro negli ultimi 5 minuti di bollitura. Altre note aromatiche dovrebbero arrivarmi dal miele di acacia e dallo zucchero candito bruno. Inoltre sto valutando l’idea di inserire un infuso di bucce di limone quando, alla fine della maturazione, andrò ad aggiungere lo zucchero per il priming.

Beh, lo scoprirete solo se continuerete a seguirmi.

Buona birra a tutti!

 

Saison under construction

under-constructionLo ammetto, la mia prima esperienza con una saison non è stata delle più felici, ma si trattava della mia prima volta su uno stile che presenta non poche difficoltà nell’esser lavorato, sopratutto in fase di fermentazione. Inoltre la tecnica utilizzata era la E+G che non mi ha lasciato molto inventiva nella realizzazione della birra.

A distanza di un anno ho deciso di riprovarci ma questa volta avrò dalla mia la tecnica all grain. La scelta del periodo non è casuale; le alte temperature della stagione estiva non causano grossi problemi in fase di fermentazione, anzi, in molti affermano che il lievito saison lavora molto bene a temperature elevate, anche fino a 30° C. Queste alte temperature recano profili aromatici speziati al prodotto finito.

A questo punto partiamo con la creazione della ricetta. Per prima cosa verifico lo standard per lo stile saison secondo la  guida ufficiale BJCP (http://www.bjcp.org/2008styles/style16.php)

Lo standard prevede che una beer saison abbia le seguenti caratteristiche:

OG: 1.048 – 1.065

FG: 1.002 – 1.012

IBUs: 20 – 35

ABV: 5 – 7%

Note storiche: le saison si caratterizzano per una spiccata secchezza, una notevole aromaticità ed un grado alcolico non troppo elevato

malti

La mia idea di saison è di una birra leggera, che soddisfi la sete, che sia abbastanza “beverina”. Non voglio che sia molto carica dal punto di vista alcolico quindi opto per una OG a 1.054 e con litri finali 25.

Una volta selezionate alcune caratteristiche di base (IBU e spezie le rimando al prossimo post) vado ad elencare la lista dei malti che ho pensato di usare, ed in particolare vado a decidere la loro percentuale di utilizzo:

Percentuale lista malti:

– Pils                                       88%

– CaraPils                                4%

– Zucchero Candito            3%

– Miele d’acacia                    3%

– Aromatic                             2%

Perchè della scelta di questi malti? Il malto base Pils non lascia spazio a molte spiegazioni, il CaraPils l’ho inserito per conferire un leggero corpo al prodotto finito, lo zucchero candito mi servirà per rendere un pò secca la birra , il miele per conferire qualche nota aromatica e il malto Aromatic per dare una leggera nota di colore.

Una volta scelta la lista dei malti vado ad eseguire i calcoli per l’individuazione del quantitativo esatto rispecchiando le percentuali decise. Per farlo mi servirò delle formule già spiegate in un mio precedente post (http://www.makebeer.it/85/)

Calcoliamo la GU totale che è data dai litri moltiplicati per la OG, ovvero

 25 x 54 = 1350GU

 

GU in base alle percentuali

          Pils                              -> 0,88 x 1350 = 1188GU

CaraPils                     -> 0,04 x 1350 = 54GU

Aromatic                  -> 0.02 x 1350 =  27GU

Zucchero Candito  -> 0.03 x 1350 = 40,5GU

Miele d’acacia          -> 0,03 x 1350 = 40,5GU

Calcolo pesi

          Pils:                       1188 / 29 / 10 / 0,68 = 6,02

CaraPils:                54 / 28 / 10 / 0,68 = 0,283

Aromatic:               27 / 29 / 10 / 0,68 = 0,137

Zucchero Candito: 40,5 / 38 / 10 = 0,106 (a fine bollitura quindi efficienza di ammostamento uguale 1)

Miele d’acacia:      40,5 / 25 / 10 = 0,162 (a fine bollitura quindi efficienza di ammostamento uguale 1)

Lista ricavata:

          Pils            6 Kg

CaraPils     283 gr

Aromatic    137 gr

Zucchero    106 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

Miele          162 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

Mi aspetto comunque che il grosso del lavoro venga fatto dal lievito e non dalla lista dei malti, nel mio caso il WLP 565.

Per la scelta dei luppoli e delle spezie vi rimando al prossimo post, seguitemi…

 

Il malto d’orzo è un pò come il maiale, non si butta mai nulla

Tutti noi sappiamo la fama che precede il maiale e come da esso è possibile tirar fuori diverse pietanze da qualunque parte del suo corpo. Oggi vi spiegherò come è possibile fare la stessa identica cosa dal malto d’orzo ed in particolare dalle trebbie esauste 🙂 .

Le trebbie sono ciò che rimane dopo il processo di risciacquo (o sparge). Chi produce birra è abituato a gettare via questi resti ma in pochi sanno che da esse è possibile creare del buon pane, vediamo come.

trebbie

 

La ricetta è veramente semplice ed il risultato è garantito.

Ciò che ci occorre per la preparazione di un buon pane al malto d’orzo sono:

 – 350 gr di farina integrale

– 150 gr di farina di farro

– trebbie, quantitativo a vostro piacimento

– 1 cucchiaio di estratto secco di malto d’orzo

– 1 cucchiaino di zucchero

– lievito di birra

– sale q.b.

 Prima di cominciare ad impastare occorre riattivare il lievito di birra e per farlo si può preparare uno starter, proprio come per la birrificazione. Basta aggiungere in una tazza dell’acqua tiepida (max 35° C), un cucchiaino di zucchero ed il lievito di birra e lasciare agire per almeno un paio di ore. Fate attenzione, il lievito potrebbe avere una riattivazione molto tumultuosa con fuoriuscita di schiuma.

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Nota: Lo zucchero, oltre ad alimentare le cellule del lievito e quindi a stimolare la fermentazione, determina l’aroma e la doratura della crosta del prodotto

 

Trascorse le ore necessarie per lo starter andiamo ad occuparci dell’impasto. Versare, in un contenitore, le farine (io preferisco usare farine di tipo integrale ma nulla vieta di usare altri tipi di farine), 2 cucchiaini di sale, l’estratto secco di malto d’orzo e le trebbie esauste (oppure a piacere anche altri cereali come semi di girasole o altro). Mescolate tutto il composto a secco senza aggiunta di acqua in modo da amalgamare omogeneamente i composti tra loro.

Fatto questo aggiungete il lievito con tutta la sua acqua e cominciate ad impastare. Dovrete aggiungere ulteriore acqua per creare un impasto elastico. Il quantitativo di acqua da aggiungere dipende da alcuni fattori che vi elenco nell’immagine di sotto. Il paragrafo è tratto dal libro di Giorilli Lipetskaia – Panificando.

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Bisogna, in conclusione, gestire bene l’aggiunta di acqua nell’impasto perchè da essa possono dipendere alcuni fattori:

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Una volta terminato di impastare si lascia il prodotto dentro il contenitore stesso e lo si copre per bene, in modo da mantenere al suo interno una temperatura maggiore rispetto l’esterno. La temperatura ideale di fermentazione dovrebbe essere tra 25° / 30° C.

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Lasciare che la fermentazione lavori per 12 ore, io personalmente preparo l’impasto la mattina ed inforno la sera.

Trascorse le 12 ore circa scoprirete che il volume dell’impasto è notevolmente aumentato.

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Reimpastate di nuovo tutto per un minuto circa, prendete l’impasto, ponetelo in una teglia da forno e date la forma che volete. Lasciate riposare nuovamente per circa 30 minuti ad una temperatura di circa 40° C. Personalmente lascio scaldare il forno elettrico quanto basta e metto l’impasto al suo interno in modo da favorire nuovamente la fermentazione.

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Trascorsi i 30 minuti estrarre la teglia dal forno, accendere il forno e portare a temperatura di circa 230° C.

Consiglio: lasciate all’interno del forno un tegamino contenente acqua, l’evaporazione della stessa genera un ambiente umido all’interno del forno, ideale per la cottura del pane. Maggiori dettagli li trovate di seguito:

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Una volta raggiunta la temperatura ideale infornate il pane e lasciare cucinare per circa 50 minuti.

Ed ecco il prodotto finito, un bel pane al malto d’orzo fatto in casa. L’utilizzo di farine integrali provenienti da coltivazione biologica rende questo pane anche molto salutare 😮   .

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