Nuovo impianto casalingo – parte 1

Come può un homebrewer birrificare in casa avendo a disposizione solo il piano di cottura della cucina ed un lavello? In questo articolo (suddiviso in 2 parti) andrò a parlarvi di come tutto questo sia possibile, descrivendo il materiale adoperato, le soluzioni e le problematiche riscontrate.

L’idea di quest’articolo è nata dalla necessità di cambiare impianto di produzione pur tenendo invariato il luogo di produzione, la cucina di casa.

Come molti sanno, produrre birra in casa comporta diverse problematiche. Basti pensare allo spazio ridotto, alla sorgente di calore limitata ai soli fornelli, alla problematica dell’acqua, ect.

Fino ad oggi la soluzione adottata è stata quella di impiegare un mini impianto di ridotte dimensioni e di facile maneggevolezza. Volendo descrivere l’impianto questo era formato da due pentole in alluminio ed un filtro ricavato da una ghiacciaia da pic-nic.

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Ma con l’aumentare dell’esperienza è cresciuta la necessità di migliorare il prodotto finito. Ma cosa più importante (almeno per me) è stata quella di sostituire l’alluminio per passare all’acciaio.

Alluminio

Di fatto siamo tutti circondati da materiali composti da alluminio, lo troviamo nelle confezioni alimentari, nelle pentole per la cucina, nelle costruzioni abitative e in parecchi utensili di uso quotidiano. E’ una delle migliori materie per resistenza e per salubrità da contaminazione batterica, apparentemente inalterabile consente maggiore igiene per il trattamento dei cibi, consente una buona pulizia e permette di agevolare nel mantenimento dei beni materiali contro l’usura del tempo, a conti fatti un materiale conveniente, ma alcuni studiosi hanno scoperto che possono rimanere nel corpo delle tracce di questo materiale. Basta effettuare un test per evidenziare i minerali che sono presenti nell’organismo per appurarne la veridicità di tale fatto.

Non voglio affrontare le argomentazioni di questi studi che evidenziano i danni, o meno, causati da tale metallo una volta che si sia depositato all’interno del nostro organismo. Che tracce di alluminio finiscono nella birra però mi ha sempre causato non poca inquietudine.

Riepilogando,

PREGI: l’impianto non ha richiesto grossi sforzi economici, sufficiente per produrre fino a 28 Lt di birra, facile da pulire, utilizzabile con i fornelli di casa

DIFETTI: l’alluminio, passaggio del mosto caldo dalla pentola al filtro.

L’idea di un nuovo impianto.

Da qua nasce l’idea di passare ad un nuovo impianto di produzione. In rete si trovano diverse soluzioni. Da mini impianti elettrici e a gas abbastanza costosi a coibentazioni economiche.

Dopo diverse ricerche ho deciso che il nuovo impianto doveva rispecchiare alcune caratteristiche: materiale in acciaio, facilità di utilizzo tra i vari passaggi durante la birrificazione, ridurre al minimo il tempo dedicato alla coibentazione e budget limitato.

Ma cosa più importante, l’impianto deve poter continuare a funzionare in casa.

Problematiche relative al nuovo impianto

Quali saranno le caratteristiche del nuovo impianto? A quali problematiche si va incontro? Che soluzioni adottare?

Bene, cominciamo subito con lo stabilire il quantitativo di prodotto finito desiderato che rimane sempre sui 25-28 Lt finali. Andare oltre i 30 Lt  comporterebbe problemi dovuti alla potenza di fiamma erogata dai fornelli presenti in casa. Molti homebrewer utilizzano dei fornelloni per alimentare le grosse pentole. Nel mio caso è impensabile installare dei fornelloni allacciati ad una bombola di GPL. Molto rischioso oltre ad essere pure faticoso. Inoltre, per grossi quantitativi occorrerebbero anche pentole e fermentatori di maggiore capienza e questo andrebbe ad aumentare i costi finali.

Riepilogando, serviranno delle pentole non troppo capienti, in acciaio inox alimentate dalla fiamma del gas di casa. Le pentole dovranno avere dimensioni contenute per facilitarne l’eventuale spostamento.

In dettaglio

Partiamo dalla fase di ammostamento; in questa fase serviranno due pentole, una contenente i malti e l’altra per scaldare l’acqua per il risciacquo. Le pentole sulla quale ho puntato la mia attenzione sono delle ottime pentole della Polsinelli, in acciaio inox, fornite di rubinetto e sonda per la temperatura. Il problema di queste pentole è che la più piccola ha un diametro di circa 38 cm (capienza 35 Lt). Viste le dimensioni di diametro risulta impossibile che queste entrino contemporaneamente sul piano di cottura.

wp_20161024_18_51_16_proHo risolto il problema diversamente. Personalmente, ritengo la pentola per l’acqua la meno “importante” ed è quella che non necessità di molte caratteristiche. Ho quindi acquistato una pentola basilare in acciaio inox senza rubinetto e termometro di ridotte dimensioni.

Su Amazon ho trovato una pentola della Buckingham con diametro da 33 cm che riesce a contenere fino a 18 Lt di acqua. Per scaldare l’acqua ho anche acquistato una piastra elettrica da 1500 Watt. Il costo della spesa è stata di 34 euro per la pentola e di 28 euro per la piastra.

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Funziona? Certamente! Ho testato il tutto e per scaldare 18 Lt di acqua ci son voluti 45 minuti per raggiungere i 78° C necessari per il risciacquo. Basterà l’uso di un contenitore di plastica con manico per spostare l’acqua nella pentola di ammostamento.

fly-sparge-35_1339Un Fly Sparge della Polsinelli adagiato sulla pentola di ammostamento mi permetterà di creare l’effetto pioggia sulle trebbie.

Ammostamento

pentola-per-produzione-birra-35-l_1053Come anticipato prima, la pentola scelta è una Polsinelli da 35 Lt composta da un rubinetto di scarico, termometro e filtro Halo al suo interno.

Terminato l’ammostamento dei grani si passa alla fase di risciacquo delle trebbie. Per questa fase ho acquistato uno sgabello nella quale andare a poggiare la pentola di ammostamento. La pentola che andrà a raccogliere il mosto filtrato verrà posizionata alla base dello sgabello e l’acqua di sparge a livello del piano cottura.

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L’idea di base è stata quella di creare una struttura a gradini per sfruttare la forza di gravità.

Ebollizione

wp_20161112_10_58_05_proUna volta raccolto il mosto questo andrà fatto bollire. E qui si presenta un altro problema. La fiamma sviluppata dal fornello di casa non ha la giusta potenza per portare ad ebollizione il mosto.

Nel mio vecchio impianto le ridotte dimensioni del pentolone (23 Lt) garantivano la fase di ebollizione. Con le pentole della Polsinelli difficilmente riuscirò a rimanere entro questi limiti. E’ plausibile immaginare che i litri raccolti supereranno i 23 Lt.

Soluzione, la Polsinelli produce anche una pentola da 50 Lt (sempre in acciaio, con rubinetto e termometro). Vi chiederete, a cosa può servire una pentola più capiente se il l’obbiettivo finale è quello di produrre circa 25-28 Lt di birra? La risposta sta nelle sue dimensioni. La differenza con la pentola sa 35 Lt sta nel maggior diametro (45 cm circa). Una pentola con un tale diametro mi da la possibilità di “abbracciare” più punti fuochi del piano cottura. Questo mi garantisce maggiore potenza di calore.

Ho eseguito il test portando ad ebollizione 35 Lt di acqua.  Il risultato è stato ottenuto in circa 30 minuti. Inoltre la base della pentola ha abbracciato tutti e 4 i fuochi del piano cottura. Un paio di diffusori di calore in piastra hanno migliorato la diffusione del calore. Di seguito alcune foto:

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Riepilogando il tutto, la spesa fatta è stata di:

  • Pentola acqua risciacquo 34 euro
  • Piastra elettrica 28 euro
  • Pentola 35 Lt + filtro Halo 175 euro
  • Pentola 50 Lt 142 euro
  • Fly sparge 40 euro
  • Birrometro 24 euro (per misurare i litri presenti in pentola – nota, non bastava creare delle pentole graduate al posto di far pagare soldi in più per una banalissima asta?)

Raffreddamento

scambiatore-di-calore-a-40-piastre-saldobrasate_2107Nel vecchio impianto impiegavo una serpentina in rame che riuscivo ad allacciare al normale rubinetto di casa. Lasciando il supporto di allacciamento al rubinetto ho deciso di sostituire la serpentina con uno scambiatore di calore a 40 piastre saldobrassate.

Sfruttando sempre il dislivello tra pentola (posizionata sul piano cottura) e fusto di fermentazione (posizionato a terra) riesco a far funzionare lo scambiatore di calore evitando la spesa di una elettropompa. Costo dello scambiatore, 70 euro più un metro di tubo Hot beer a 14 euro.

altra attrezzatura

carrelloPer gli spostamenti tra casa e cantina mi sono affidato ad un carrello come in foto. Capacità fino a 200 Kg. Comodo anche nello spostare, di volta in volta, tutta l’attrezzatura dalla cantina in casa e viceversa. Spesa 15 euro su Amazon.

Possibile aggiungere la ciliegina sulla torta?

Quanto sarebbe bello rendere la fase di ammostamento motorizzabile. Ma sorge un problema, l’altezza data dalla pentola più il motore che azionerebbe le pale raggiunge i circa 64 cm. Rischierei di non entrarci a causa della cappa dei fumi posizionata sopra il piano cottura. Preferisco quindi rimandare questa valutazione più avanti sperando di poter aggiungere questo componente che, a mio avviso, è fondamentale in un buon impianto di birra.

A questo punto non mi rimane che rimandarvi alla seconda parte dove andrò a descrivere la prima cotta con il nuovo impianto.